Importante centro agricolo del comune di Cerveteri, posto su una collina a pochi chilometri dal mare, a sette chilometri da Cerveteri e Otto da Ladispoli, nasce in seguito alla riforma fondiaria dei primi anni ‘50.
Tale riforma, (Legge stralcio n. 841 del 21/10/1950) che avrebbe dovuto fissare limiti all’estensione terriera privata, nonostante un progetto di legge presentato al parlamento, è stata solo parziale, infatti ha interessato solo i territori di alcune regioni italiane, quelli dove maggiori sono state le spinte sociali contro il latifondo.
La legge del 21/10/1950 n. 841 è chiamata legge stralcio, proprio perché rappresentava uno stralcio a quello che era il progetto generale di riforma fondiaria. Tale legge attribuiva ad Enti di diritto pubblico, o ai nuovi Enti di riforma. (nel nostro caso Ente Maremma) il compito di espropriare dietro indennizzo le terre de latifondo. Le terre espropriate venivano di seguito ridistribuite previo appoderamento e contratto di assegnazione a lavoratori manuali della terra, contadini e braccianti. il contratto di assegnazione prevedeva da parte dell’assegnatario un pagamento rateizzato in trenta annualità e il riservato dominio da parte dell’Ente fino al totale pagamento del prezzo fissato.L’assegnatario nel frattempo era legato a precisi vincoli: indivisibilità del fondo assegnato, inalienabilità se non per successione a causa di morte, obbligo dell’assegnatario di partecipare ad apposite cooperative di servizi (attuale Coop. CERI).
Successivamente il legislatore ha disposto la possibilità di riscatto anticipato e in seguito l’acquisto della proprietà ancora prima del pagamento integrale del prezzo. Con a scadenza del trentennio, (le prime assegnazioni del nostro borgo sono avvenute all’inizio del 1952) le terre oggetto di riforma, sono tornate libere e, i poderi di una superficie standard di 10 ettari circa sono stati quasi tutti frazionati in superfici minori di due o tre ettari in quanto a distanza di cinquanta anni essendo mutata la composizione delle singole famiglie è nata la necessità di ripartire tra i suoi componenti il terreno stesso.
In questa pubblicazione nata per festeggiare i cinquanta anni di vita di Borgo San Martino, avrei voluto dire molte cose ma, al fine di evitare sterili polemiche su quello che gestori della cosa pubblica hanno fatto, e quello che ancora dovrebbero fare, ho preferito dare ampio spazio alle immagini, ad alcuni documenti e alle date che hanno segnato momenti importanti di questa storia.